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Gli accordi di libero scambio sono accordi di diritto pubblico conclusi tra due partner (singoli paesi o unioni transfrontaliere) per garantire il libero commercio.

Tali accordi mirano a migliorare i rapporti economici con partner importanti in tutto il mondo e a garantire alle imprese del proprio Paese l’accesso ai mercati internazionali il più possibile libero da ostacoli, abbattendo dazi e barriere non tariffarie (ad es. disposizioni tecniche, o prescrizioni  relative all’imballaggio o alla marcatura, contingenti).

Oltre alla Convenzione AELS e all’accordo di libero scambio con l’Unione europea, la Svizzera dispone oggi di una rete di 28 accordi di libero scambio con 38 partner non appartenenti all’UE. Sono attualmente in corso trattative per nuovi accordi.

Gli accordi della Svizzera sono conclusi per lo più nell’ambito dell’AELS (Associazione europea di libero scambio). Inoltre la Svizzera ha la possibilità di negoziare trattati di libero scambio anche al di fuori dell’AELS, come ad esempio è successo colla Cina, il Giappone e le isole Feroe.

Una panoramica degli accordi di libero scambio della Svizzera è disponibile sotto www.seco.admin.ch.

 

Contenuto degli accordi

La parte principale di ogni accordo regolamenta la circolazione delle merci (in particolare la soppressione dei dazi e altre restrizioni). Nell’accordo viene regolato il commercio di prodotti industriali (capitolo HS 25-97), prodotti ittici e prodotti agricoli trasformati. Il commercio di prodotti agricoli di base è oggetto di accordi agricoli bilaterali separati.

Oltre alla circolazione delle merci, gli «accordi di seconda generazione» integrano temi quali la proprietà intellettuale, il commercio di servizi, gli investimenti, gli appalti pubblici e le prescrizioni tecniche.

Vantaggi degli accordi

Nel 2013, gli accordi di libero scambio conclusi, ad eccezione dell’accordo di libero scambio con l’UE, coprono il 22.6% delle esportazioni svizzere totali, il che corrisponde al 51% delle esportazioni del nostro Paese verso mercati al di fuori dell’UE. Gli accordi di libero scambio promuovono, tra l’altro, la crescita, la creazione di valore aggiunto e la competitività della piazza economica elvetica.

Grazie agli accordi di libero scambio i consumatori in Svizzera hanno a disposizione prodotti più convenienti e una scelta più vasta, i produttori svizzeri beneficiano di prezzi più vantaggiosi per i semilavorati e per le materie prime.

Applicazione nelle PMI

Il tema degli accordi di libero scambio e della dichiarazione di origine nelle imprese esportatrici non gode dell’attenzione necessaria. Quando si determina l’origine bisogna considerare elementi quali la direzione dell’impresa, le esportazioni, l’approvvigionamento, l’assicurazione qualità, la logistica e le finanze. Quando, ad esempio, il reparto acquisti cambia fornitore a causa di prezzi più elevati (finora il paese d’origine era la Svizzera, ora è la Cina o un paese terzo), anche il reparto vendite deve essere informato poiché probabilmente l’origine della merce cambia. Le variazioni di prezzo e produzione o le oscillazioni del cambio valuta possono comportare variazioni nella determinazione dell’origine. Se non si considerano questi fattori vengono redatte dichiarazioni d’origine false, che possono portare a pagamenti supplementari di dazi e a sanzioni a danno della propria impresa.

I responsabili delle esportazioni o gli specialisti del settore devono conoscere, almeno nei punti salienti, gli accordi di libero scambio e le regole da applicare. Ulteriori informazioni sulle regole d’origine e le prove dell’origine sono disponibile sotto la rubrica Origine.

Marco Passalia: Accordi di libero scambio