CIF e CIP sono le uniche regole che prevedono un obbligo esplicito di assicurazione a carico del venditore, proprio per questo vengono spesso proposte per merci di valore, la scelta però non è intercambiabile, cambiano il mezzo di trasporto per cui sono concepite, il punto in cui passa il rischio, il livello minimo di copertura richiesto, la gestione documentale e il rapporto con le esigenze bancarie. CIF appartiene al gruppo marittimo, si usa per trasporti via mare o acque interne, prevede che il venditore organizzi e paghi trasporto e assicurazione fino al porto di destinazione convenuto, ma il rischio passa quando la merce è a bordo della nave nel porto di partenza, in pratica l’acquirente sopporta il rischio durante la tratta principale pur non avendo organizzato il trasporto, la polizza minima richiesta nella prassi è quella prevista dalle clausole minime, soluzione storicamente accettata ma non sempre sufficiente per prodotti a rischio elevato. CIP è regola per qualunque mezzo, il venditore organizza e paga trasporto e assicurazione fino al luogo di destinazione convenuto, il rischio passa al momento della consegna al primo vettore, nella prassi la copertura richiesta è più ampia, coerente con l’esigenza di proteggere il valore durante tragitti che includono tratte stradali e aeree, la combinazione di passaggio del rischio precoce e assicurazione a cura del venditore consente di dare continuità al servizio e coerenza al prezzo. Per merci ad alto valore e con itinerari multimodali CIP è la scelta che offre maggiore controllo, il venditore può strutturare una copertura coerente con il profilo del carico e con l’intero tragitto fino al luogo concordato, definisce beneficiario, massimali, esclusioni e procedure di denuncia del sinistro, mantiene un dialogo unico con vettore e assicuratore, mentre in CIF la limitazione al mezzo marittimo e la diversa allocazione del rischio possono creare zone di confine più complesse da gestire. Un esempio, fornitura di apparecchiature medicali con componenti sensibili alla temperatura dalla Lombardia verso Basilea con tratta stradale e aerea, CIP fino al magazzino del distributore consente al venditore di includere una polizza con condizioni specifiche per shock termici e data logger, di definire il luogo come il magazzino del cliente e di conservare il controllo del trasporto fino a quel punto, con CIF il luogo sarebbe il porto, la polizza minima non coprirebbe alcune criticità e il rischio passerebbe prima, creando una disallineamento tra responsabilità e valore della merce. Sulla redazione dei documenti il venditore che usa CIP deve specificare con precisione il luogo, riportare in offerta e fattura la resa e le condizioni assicurative concordate, condividere con il cliente le procedure di gestione del sinistro, conservare copia della polizza o della copertura certificata, in CIF la polizza deve essere cedibile e rispondente ai requisiti bancari quando si opera con lettera di credito, molti contenziosi nascono da coperture formalmente valide ma insufficienti per il tipo di merce. La pagina web che confronta CIF e CIP risulta utile quando insegna a scegliere in base al mezzo di trasporto e al profilo di rischio, quando spiega con chiarezza dove passa il rischio e cosa copre l’assicurazione, quando propone un esempio reale e una lista di verifiche finali scritte come domande, hai definito il luogo di consegna, hai verificato che la copertura sia coerente con il valore, hai chiarito chi è il beneficiario della polizza, hai allineato i documenti di vendita, hai mappato cosa accade in caso di sinistro, con aggiornamento delle prassi a 01.09.2025.
Approfondimento su confronto CIF e CIP per merci di alto valore, per consolidare il tema vengono proposte considerazioni aggiuntive che aiutano chi legge a trasformare la teoria in pratica, si suggerisce di costruire esempi adatti al proprio catalogo, di mappare i punti in cui l’errore ricorre, di verificare con un partner logistico la coerenza del luogo indicato, di controllare i documenti su un campione prima di standardizzare, di raccogliere feedback da cliente e vettore dopo ogni spedizione, di aggiornare periodicamente i modelli aziendali, di raccordare i processi informatici all’Incoterm scelto in modo che i dati fluiscano senza riscritture manuali, di pianificare la gestione delle eccezioni con contatti e orari, di definire criteri per l’uso di assicurazioni aggiuntive quando il rischio lo giustifica, di mantenere una memoria operativa degli incidenti per evitare che si ripetano.
Approfondimento su confronto CIF e CIP per merci di alto valore, per consolidare il tema vengono proposte considerazioni aggiuntive che aiutano chi legge a trasformare la teoria in pratica, si suggerisce di costruire esempi adatti al proprio catalogo, di mappare i punti in cui l’errore ricorre, di verificare con un partner logistico la coerenza del luogo indicato, di controllare i documenti su un campione prima di standardizzare, di raccogliere feedback da cliente e vettore dopo ogni spedizione, di aggiornare periodicamente i modelli aziendali, di raccordare i processi informatici all’Incoterm scelto in modo che i dati fluiscano senza riscritture manuali, di pianificare la gestione delle eccezioni con contatti e orari, di definire criteri per l’uso di assicurazioni aggiuntive quando il rischio lo giustifica, di mantenere una memoria operativa degli incidenti per evitare che si ripetano.