Gli scambi commerciali tra la Svizzera e l’Unione Europea sono regolati da una fitta rete di accordi bilaterali che mirano a facilitare il commercio e a ridurre le barriere tariffarie. L’accordo più significativo in questo contesto è l’**Accordo di Libero Scambio (ALS)**, stipulato tra la Confederazione Svizzera e l’allora Comunità Economica Europea (CEE) nel 1972. Questo storico accordo è ancora oggi il pilastro fondamentale che governa le relazioni commerciali e l’applicazione dei dazi doganali tra le due parti.
L’obiettivo primario dell’ALS è quello di creare una zona di libero scambio per i **prodotti industriali**, eliminando i dazi doganali per le merci che rientrano in questa categoria e che soddisfano specifici requisiti di origine. Questo significa che la stragrande maggioranza dei beni manifatturieri, come macchinari, prodotti chimici, orologi, tessuti e veicoli, può circolare tra la Svizzera e l’UE senza essere soggetta a dazi all’importazione.
Tuttavia, per beneficiare di questo trattamento preferenziale, non è sufficiente che la merce transiti semplicemente tra le due aree. È indispensabile che il prodotto possieda l’**origine preferenziale** di una delle parti contraenti (Svizzera o UE). Per dimostrare tale origine, la merce deve essere accompagnata da una prova di origine valida, che può essere:
* **Il certificato di circolazione delle merci EUR.1:** Un documento doganale ufficiale emesso dalle autorità doganali del paese di esportazione, che attesta l’origine preferenziale del prodotto.
* **La dichiarazione di origine su fattura:** Per spedizioni di valore inferiore a una certa soglia (attualmente 6.000 EUR o 10.300 CHF) o per gli esportatori autorizzati, l’origine può essere attestata tramite una specifica dichiarazione riportata direttamente sulla fattura commerciale o su un altro documento commerciale.
È cruciale comprendere che l’accordo di libero scambio presenta delle **esclusioni e delle regolamentazioni specifiche** per determinate categorie di prodotti, che non beneficiano della stessa liberalizzazione totale. Le aree più importanti da considerare sono:
**1. Prodotti Agricoli di Base:**
I prodotti agricoli non trasformati (come frutta, verdura, carne, latticini) sono in gran parte esclusi dal campo di applicazione dell’ALS del 1972. Il commercio di questi beni è regolato da un accordo separato, l’**Accordo sull’Agricoltura**, che prevede concessioni tariffarie reciproche (contingenti doganali a dazio zero o ridotto) per specifici prodotti, ma non un’abolizione totale dei dazi. La Svizzera mantiene una politica agricola protezionistica per sostenere la produzione interna, con dazi spesso elevati per le importazioni al di fuori dei contingenti.
**2. Prodotti Agricoli Trasformati:**
Anche per i prodotti alimentari trasformati (come cioccolato, biscotti, zuppe, bevande) esistono delle regole particolari. Sebbene l’elemento “industriale” della loro produzione sia liberalizzato, i dazi possono essere applicati sulla componente “agricola” (le materie prime come zucchero, latte, cereali). Questo sistema, noto come protezione tramite dazi sui prodotti trasformati, mira a compensare la differenza di prezzo delle materie prime agricole tra la Svizzera e i mercati mondiali.
**3. Prodotti Farmaceutici e Dispositivi Medici:**
Sebbene rientrino generalmente nella categoria dei prodotti industriali, questi beni sono soggetti a normative estremamente stringenti per quanto riguarda l’immissione in commercio, la certificazione e la sorveglianza del mercato. Accordi specifici, come l’Accordo sul Mutuo Riconoscimento in materia di Valutazione della Conformità (MRA), hanno lo scopo di ridurre le barriere tecniche, ma la conformità normativa è un prerequisito fondamentale che va oltre la semplice questione dei dazi.
In conclusione, grazie agli accordi di libero scambio, il commercio di prodotti industriali tra Svizzera e UE è in gran parte esente da dazi, a condizione che l’origine preferenziale della merce sia correttamente documentata. Tuttavia, per i settori agricolo e agroalimentare, le regole rimangono significativamente più stringenti e complesse, con la presenza di dazi, contingenti e regolamentazioni specifiche. Una corretta classificazione doganale del prodotto e una gestione impeccabile della documentazione di origine sono quindi passaggi indispensabili per qualsiasi azienda che desideri esportare in Svizzera, al fine di massimizzare i benefici degli accordi esistenti e evitare costi imprevisti.